Chi non segue la legge dello Spirito è un fuorilegge
e non può emanare leggi da obbedire
Il mio Manifesto Elettorale del 1989
“Focalizzare tutti i problemi che affliggono la società ed esaurire l’argomento in poche battute è impossibile, dovrebbero scorrere fiumi di inchiostro per elencare le gravi lacune strutturali, economiche, culturali, tecnologiche e soprattutto etiche che si riflettono nelle nostre vite. E’ evidente che il caos è generato anche dalla transizione da una società chiusa, che essendo sorretta da una cogenza normativa tradizionale dovrà diventare aperta e confrontarsi con altre culture; stiamo inoltre subendo di riflesso l’andamento economico recessivo più grave dal dopoguerra e socio-politico, non solo di tutto l’Occidente, ma dell’intero pianeta.
Nessuno ormai è disposto a tollerare le ingiustizie e da ogni parte si levano le voci per affrontare i diritti alla vita ed alla libertà, ma ci siamo chiesti: dove ci condurrà questa grande macchina indecifrabile e incontrollabile che ha perso qualsiasi connotazione morale? Tutti vogliono affermare i “valori della vita” ma poiché ciascuno di noi è governato da una dialettica inconscia diversa, ecco che i “punti” da assegnare alla scala di questi valori partono da parametri, talvolta opposti e per questo inconcludenti. Forse questo fa parte di quell’evento epocale le cui conseguenze sono visibili bene oggi che, Hegel, prima di Nietzzsche chiamò “la morte di Dio” e Weber, seguendo Schiller, “disincanto del mondo”.
Queste due espressioni indicano il processo storico-culturale che i sociologi denominano con il termine di secolarizzazione, il quale consiste in una perdita di plausibilità della visione religiosa del mondo ed è correlato alla transizione da una società chiusa a una aperta, transizione che noi chiamiamo modernizzazione. Ma una società non può chiamarsi moderna, civile, progredita o democratica se non è in grado di fornire al popolo strumenti in grado di elevare la produttività mentale e di conseguenza la qualità della vita, con ovvi vantaggi per tutti. Il cervello dell’uomo non è un sistema monolitico, in tal senso le nostre idee non cambierebbero mai e la cultura sarebbe condannata a ripetere gli errori delle generazioni precedenti in modo quasi automatico; la peculiarità della nostra specie è proprio quella di possedere un sistema che ci consente di riesaminare costantemente le credenze e le teorie che abbiamo bisogno di crearci per mantenere coerenza e continuità nella condotta.
E’ ovvio che questo non avviene senza conflitti, per questo mi sembra lecito affermare che anche il conflitto è positivo in quanto caso di coscienza; ad essere negativo è il disordine generato.
Dal momento che mi sembra che veramente “Dio è morto” come affermò Nietzsche perché, mai nella storia universale si è verificato che un tale processo abbia portato al degrado al quale oggi assistiamo, è necessario che l’uomo diventi consapevole varcando le soglie dei suoi limiti confinati in una visione egoica della realtà e creare nuovi valori e nuovi saperi.
Viviamo in un mondo feroce e brutale dove vige l’astuzia legittimata e la sopraffazione, intanto continuiamo ad emanare leggi senza educare e senza prevenire. L’uomo, nella sua attività dell’essere, è continuamente implicato in una processo di sviluppo proprio della ragione che, traducendo le proprie esperienze personali, dovrebbero renderlo consapevole di sé, del presente e della realtà tutta. Per fare questo l’individuo non possiede solo i suoi cinque sensi, ma anche il senso storico-culturale e geografico.
Se la nobile arte del vivere per la realizzazione interiore si è persa nella visione meccanicistica del mondo allora deve essere nostra cura per intenderci e capire definitivamente che senza la volontà e l’intelligenza dell’uomo non si arriverà a perseguire obiettivi di vitale importanza per stabilire un nuovo ordine natura-cultura non coercitivo.
Poiché, in definitiva, è sempre l’Io dell’uomo ad assurgere ad unico monarca costituzionale, è bene ricordare che se questo monarca non è informato ed educato, non si assoggetterà mai alla ragione, per questo rischia di diventare un despota irrazionale o di vivere di illusioni, ma se esiste qualcosa di eticamente distorto( molto) e ingiusto nella macchina mondo e l’essere umano specialmente in occidente non sa più chi è, ciò è dovuto proprio al fatto che ci sono valori falsamente alleati con la vita, l’amore vero e la libertà, che dipende dalla personalità, quindi con la realtà naturale, in contrapposizione non si sono protetti e non si proteggono realmente nuovi valori sanamente modernisti e realmente etici e liberi, per questo l’umanità oscilla paurosamente tra illusioni e false speranze e mancano uomini nuovi.
Nella mia scala personale di valori assegno senza dubbio il primo posto all’informazione e alla consapevolezza perché l’uomo contemporaneo deve e può liberarsi delle illusioni e vivere secondo verità e realtà, tutti gli altri verrebbero naturalmente di conseguenza perché la vera rivoluzione culturale è capire e insieme ad una maggiore comprensione ci sarebbe un rinnovato spirito di solidarietà per evitare anni bui facilmente prevedibili.”
La dimensione della società e del mondo dipende dunque da quella dell’uomo e se a detta di Erich Fromm la fase contemporanea dell’ alienazione era necessaria per superarla, questa è la strada che porta a Dio e contemporaneamente alle radici del primo cristianesimo che è molto più attuale di quello moderno perché Gesù è l’uomo del futuro, vero Dio e vero uomo che abbassandosi alla condizione umana l’ha salvata.
Ottobre 1989